TRATTO DA “BERLUSCONI:GLI AFFARI DEL PRESIDENTE” di Giovanni Ruggeri.
Denaro a Lugano, tangenti a Milano
Secondo la menzognera agiografia berlusconiana, la costruzione della “città satellite” Milano 2, nei primissimi anni Settanta, sarebbe stato il primo “miracolo” compiuto dal Superimprenditore self made man, il quale, senza disporre di capitali e col solo ausilio della sua straordinaria genialità, sarebbe riuscito a edificare dal nulla l’avveniristica cittadella.
La realtà dei fatti è assai diversa: quella di Milano 2 e dintorni è una vicenda originata da misteriosi capitali provenienti dalla Svizzera, scandita da prestanome e espedienti, da irregolarità e abusi una vicenda accompagnata dal forte sentore dì tangenti e corruttele, e impregnata di collusioni col potere politico.
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Il 9 luglio 1963, il conte Leonardo Bonzi, proprietario di un’area di 712.000 metri quadrati a Segrate (zona est dell’hinterland milanese), stipula col Comune una convenzione edilizia di urbanizzazione: 485.964 mq dell’area vengono destinati a zona residenziale, 114.200 mq a zona industriale, 105.667 mq riservati a verde; 30.000 mq vengono ceduti dal conte Bonzi al Comune. Successivamente (“Non è stato possibile rilevare la data”, scriverà in un rapporto la Guardia di Finanza1), il Comune stipula una seconda convenzione, in base alla quale il conte Bonzi si impegna a cedere al Comune di Segrate, “senza corrispettivo in denaro”, ulteriori 97.995 mq dell’area. In base alle due convenzioni, dunque, il conte Bonzi cede gratuitamente al Comune segratese 127.995 mq dell’area da urbanizzare.
Il 18 luglio 1967, il Consiglio comunale approva il Piano regolatore generale del Comune di Segrate, nell’ambito del quale l’area Bonzi destinata a zona industriale (114.200 mq) viene modificata da area verde. Ma il 27 giugno 1968, il Consiglio comunale torna sulle proprie decisioni e delibera che l’area verde ex industriale di 144.200 mq venga destinata anch’essa ad area residenziale. Intanto, l’organismo consultivo Pim (Piano intercomunale milanese) esprime parere negativo in merito alla lottizzazione Bonzi, poiché “l’insediamento compromette una zona delicatissima e di importanza strategica dal punto di vista intercomunale” – l’area, tra l’altro, sorge infatti a poca distanza dall’aeroporto di Linate.
Il conte Leonardo Bonzi non si occupa di edilizia, né intende occuparsene: stipulando la convenzione col Comune, mira a “valorizzare” i suoi terreni di Segrate per venderli poi a un prezzo maggiorato. Dei resto, l’area è disgraziata: confina da un lato col cimitero di Lambrate, dall’altro con un immondezzaio, e soprattutto è sorvolata dalle fragorose rotte degli aerei che decollano dal vicino aeroporto di Linate – nessuno al mondo costruirebbe abitazioni in un luogo simile.
Il 25 settembre 1968, nello studio di un notaio milanese, viene costituita la società Edilnord Centri Residenziali sas di Lidia Borsani & C., capitale sociale di 6 milioni di lire, oggetto dell’attività “operazioni immobiliari”: la Borsani (cugina trentunenne del trentaduenne Silvio Berlusconi, e sua
prestanome) ne è la socia accomandataria, con firma libera per somme inferiori a un milione – per somme superiori, occorre la preventiva autorizzazione scritta del socio accomandante. Il socio accomandante, cioè chi conferisce alla società i capitali, è la finanziaria Aktiengesellschaft fúr Immobilienlagen Ag con sede a Lugano; gli anonimi capitali della finanziaria svizzera sono in parte depositati presso la International Bank di Zurigo, e pervengono alla Edilnord Centri Residenziali attraverso la Banca Rasini (chiusa poi per riciclaggio mafioso e diretta dal padre di Silvio Berlusconi, Luigi. NdLucio).
Il giorno dopo, 26 settembre 1968, la società Edilnord Centri Residenziali sas di Lidia Borsani & C. acquista dal conte Leonardo Bonzi, pagando la somma di oltre 3 miliardi di lire, l’area di 712.000 metri quadrati situata a Segrate, comprensiva delle convenzioni edilizie col Comune per la costruzione di 2,5 milioni di metri cubi di “opere di urbanizzazione primaria e secondaria”3.
Coi capitali forniti dalla Aktiengeselìschaft fúr Immobilienlagen Ag4, sull’area segratese (vendutagli dai Bonzi attraverso la cugina Lidia Borsani) il palazzinaro Berlusconi intende edificare una cittadella sul modello dell’avveniristica edilizia nordeuropea – una “città satellite” che verrà chiamata “Milano 2”5.
La Edilnord di Lidia Borsani & C. comunica al Comune di Segrate di avere acquisito la proprietà dell’area Bonzi, e inoltra subito la proposta di una nuova soluzione planivolumetrica dell’area.
Il 12 maggio 1969, dopo il parere favorevole della Commissione edilizia, il sindaco di Segrate – il socialista “autonomista”6 Renato Turri – approva il nuovo piano di lottizzazione dell’area ex Bonzi proposto dalla Edilnord; del resto, già dal precedente 30 aprile il sindaco Turri ha cominciato a firmare le prime licenze edilizie alla Edilnord Centri Residenziali sas. Ma il 16 settembre 1969, la Giunta provinciale amministrativa respinge la delibera del 12 maggio; il Consiglio comunale segratese, revocando la delibera del sindaco, ripristina la convenzione originaria, e perdipiù limitatamente alla sola parte dell’area in origine a destinazione residenziale (cioè 485.964 mq) – per la Edilnord e per i suoi piani speculativi è un grave smacco.
Il 15 aprile 1970, Lidia Borsani cessa nelle sue funzioni di prestanome-accomandataria della “società svizzera” Edilnord; le subentra sua madre Maria Bossi vedova Borsani, zia di Berlusconi. Il cambiamento di prestanome sembra propiziatorio per il costruttore milanese che si muove nell’ombra: cinque giorni dopo, il Consiglio comunale, modificando la convenzione Bonzi del luglio 1963, delibera che i 30.000 mq regalati al Comune divengano di proprietà della Edilnord, la quale si impegna in cambio a costruire nel complesso Milano 2 “opere edilizie scolastiche”.
Intanto, sono in corso serrate e riservate “trattative” per approdare a una nuova convenzione che consenta alla Edilnord sas di attuare i suoi progetti speculativi. “Occorre avere contatti con le segreterie provinciali dei partiti, con la Regione… Le segreterie provinciali dei partiti acquistano una grande importanza nella definizione di queste decisioni… Il potere decisionale reale è delegato agli organi politici, che hanno potere superiore agli organi tecnici, dì cui possono anche scavalcare le indicazioni… Le strutture dei partiti diventano i canali reali di mediazione fra i livelli decisionali locali e intercomunali”7.
Nel gennaio 1971 la Giunta comunale di Segrate (PciPsi, sindaco Turri) entra in crisi, ma la Edilnord sembra aver già trovato la strada maestra da percorrere per superare le difficoltà che si frappongono ai suoi disegni. Il 26 marzo 1971, il ministero dei Lavori Pubblici invita il Comune di Segrate a modificare il Piano regolatore8, e il mese successivo un decreto dei ministero vieta di edificare la zona segratese ex Bonzi già prevista a verde e modificata in abitativa dal Consiglio comunale il 27 giugno 1968: ma l’invito del ministero cade nel vuoto, e al decreto ministeriale “tocca una sorte misteriosa: nei registri del Comune non risulta protocollato e, secondo alcuni consiglieri, “deve essersi smarrito””9.
Nel settembre 1971 si insedia la nuova Giunta comunale segratese, di centrosinistra (DcPsi, sindaco il democristiano Gianfranco Rosa, vicesindaco e assessore all’Urbanistica l’ex sindaco Psi Renato Turri), e il 29 marzo 1972 “in una sola seduta il Consiglio comunale di Segrate approva tutto: la nuova Convenzione [proposta dalla Edilnord] e le necessarie varianti del Piano regolatore generale e del piano di fabbricazione. Rimane sempre in sospeso la questione della Giunta provinciale amministrativa [organo burocratico, NdA], che ha il potere di bloccare tutto e che già in passato è stata poco favorevole. Niente paura: pochi giorni dopo, esattamente il lo aprile 1972, la Giunta provinciale amministrativa cessa di avere competenza sulla materia perché essa viene trasferita alla Commissione regionale di controllo [organo politico, Nd,4], che in poche settimane approva ogni cosa senza modifiche e senza inutili discussioni”10.
Nella sala del Consiglio comunale di Segrate sì parla di appartamenti in regalo a socialisti e democristiani, e del regalo di una villa in Svizzera. Secondo Umberto Dragone (all’epoca capogruppo del Psi nel Consiglio comunale di Milano), la Edilnord paga alla Dc e al Psi milanesi tangenti tra il 5 e il 10 per cento sull’ammontare dell’operazione Milano 2. “Vengono concesse alla Edilnord licenze edilizie in cambio di sostanziose somme di denaro… Qualche appartamento arredato [di Milano 2] pare sia stato dato gratis ad assessori e tecnici Dc e socialisti. E’ certo che questo regalo lo ha avuto un tecnico del Psi che vive a Milano 2 con una fotomodella11. “L’Edilnord ha ottenuto la revisione dell’originaria Convenzione ereditata dal Bonzi, sottoscrivendo il 29 marzo 1972 una vantaggiosissima Convenzione che legittima ogni sua mira speculativa: si è significativamente appena iniziata la campagna elettorale per le politiche del maggio, e i gruppi politici dei vari partiti appetiscono, più del solito, finanziamenti e sovvenzioni… [Nella società Edilnord] vi sono gli interessi del Monte dei Paschi di Siena, serbatoio e feudo del potente gruppo democristiano capeggiato da Andreotti, e di finanziamenti svizzeri della Aktiengesellschaft für Immobilienlagen in Residenzzentren Ag, leggi Banca Rasini… Berlusconi capeggia l’Edilnord sas”12.
Alcuni consiglieri comunali dell’opposizione, e lo stesso capogruppo Dc Filippo Accinni, denunciano alla Procura della Repubblica il sindaco Rosa e il vicesindaco Turri per “l’uso continuato di un Programma di Fabbricazione non conforme a quello vigente, e di un Piano Regolatore generale non conforme a quello in itinere; rilascio di licenze edilizie in contrasto col P.d.F. veramente vigente; formazione di delibere consiliari con allegati e facenti parte integrante i citati strumenti urbanistici irregolari; occultamento di atti pubblici”. Il capogruppo consiliare democristiano Filippo Accinni rassegnerà le dimissioni dalla DC “in segno di polemica” per le corruttele13.
Scossa dal turbine di polemiche sintetizzate nell’espostodenuncia dei consiglieri comunali, la giunta DcPsi rassegnerà le dimissioni, e a partire dal maggio 1974 l’amministrazione comunale di Segrate verrà affidata a un commissario prefettizio.
Con la truffaldina delibera della Giunta comunale segratese Dc-Psi del marzo 1972, grazie alla quale “con un colpo di mano la nuova Giunta [ha portato l’area edificabile della Edilnord] dagli iniziali 400.000 metri quadrati a 700.000″14, la speculazione edilizia di Milano 2 può dispiegarsi secondo i piani di Berlusconi e dei suoi anonimi finanziatori. La stessa Giunta esecutiva del Piano intercomunale milanese, che a suo tempo aveva espresso parere negativo circa la lottizzazione della zona (ritenuta “di importanza strategica dal punto di vista intercomunale”), l’8 giugno 1972 ratificherà il fatto compiuto: “Non si può che tener conto dell’esistente, e garantirne il completamento al miglior livello possibile”15.
Forte dei capitali che affluiscono dalla Svizzera, dietro lo schermo societario prima della cugina e poi della ziaprestanome, protetto dal potere politico milanese (DC e PSI), il palazzinaro Silvio Berlusconi appalta la costruzione materiale della “cittadella satellite” ad alcune note imprese edili (le quali spesso subappaltano a loro volta i lavori a piccole imprese e a cottimisti, ricorrendo anche al “lavoro nero”); colui che diverrà celebre come “costruttore di città”, in realtà non costruisce nulla: compra aree con capitali “svizzeri”, ottiene licenze, e dopo averne appaltata la realizzazione si occupa della commercializzazione degli immobili.
E’ proprio con la vicenda di Milano 2 (che segue il Centro residenziale di Brugherio16 e precede Milano 3) che Berlusconi esprime per la prima volta il suo vero, formidabile talento di “persuasivo interlocutore” del potere politico: non tanto e non solo di sindaci e assessori locali, ma anche e soprattutto delle segreterie provinciali dei partiti di governo essenzialmente DC e PSI e le loro “correnti” interne che si sostentano di tangenti ricavate principalmente dall’edilizia (licenze e appalti). E sono ancora i “contatti eccellenti” col potere politico, anche attraverso il sodalizio con un losco prete spretato, che consentiranno a Berlusconi di risolvere il grave inconveniente che grava sulla sua ambiziosa speculazione segratese: le rotte aeree dei velivoli che, decollando dal vicino aeroporto di Linate, transitano con fragore sul cielo di Milano 2, e rischiano di comprometterne la commercializzazione.
Con l’aiuto di Dio
La convenzione stipulata nel 1963 dal conte Bonzi col Comune di Segrate era comprensiva di un’area di 46.000 mq che il conte aveva venduto, nel 1966, a un oscuro Centro assistenza ospedaliera Monte Tabor di don Luigi Maria Verzé; nel luglio 1967, il compiacente sindaco segratese Turri aveva poi rilasciato a don Verzé licenza edilizia per la costruzione sull’area di una clinica geriatrica privata (“Ospedale San Raffaele”). La losca vicenda della clinica segratese e del suo spregiudicato promotore don Verzé si salda subito con quella di Milano 2 e del suo spregiudicato (e occulto) promotore Berlusconi, dando luogo a uno scandalo nello scandalo a colpi di abusi, irregolarità, e soprattutto collusioni politiche.
Don Luigi Verzé (prete “interdetto” dalla Curia milanese il 26 agosto 1964 con “la proibizione di esercitare il Sacro ministero”17) aveva potuto acquistare l’area del conte Bonzi grazie a un finanziamento statale di 600 milioni ottenuto attraverso i suoi stretti legami con alcuni leader della Dc romana18; lo scaltro don Verzé intendeva edificare la sua clinica privata attraverso ulteriori finanziamenti statali che gli sarebbero pervenuti grazie agli stessi politici19. Berlusconi, per ovvie ragioni, vedeva con estremo favore il sorgere di una clinica ospedaliera nei pressi di Milano 2; ma soprattutto, all’ombra dell’iniziativa “cattolicoumanitaria” di un don Verzé cosi ben introdotto nella Dc romana, sarebbe stato più facile per la Edilnord risolvere il grave problema delle fragorose rotte aeree nel cielo della zona. Dunque, la Edilnord si assume il compito di “costruire” la clinica del prete spretato (si occupa cioè di appaltarne la costruzione alle imprese edili che edificheranno Milano 2).
La costruzione della clinica “Ospedale San Raffaele” è oscura fin dall’inizio: “Non è stato possibile rilevare la data di inizio dei lavori”, scriverà in un rapporto la Guardia di Finanza. Ma la cerimonia della “posa della prima pietra” avviene il 24 ottobre 1969 alla presenza del sindaco socialista di Milano Aldo Aniasi è l’avvio di una sequela di irregolarità, abusi, colpi di mano e manovre sotterranee, che la coppia di affaristi Berlusconidon Verzé attuerà nel segno di “sinergici” interessi speculativi.
Nel 1970, don Verzé muta il suo Centro di assistenza ospedaliera in “Fondazione religiosa Centro San Romanello del Monte Tabor”, e nel consiglio di amministrazione della Fondazione trovano posto politici e imprenditori legati alla Dc; il 15 aprile 1971 il governo del Dc Emilio Colombo riconosce “la personalità giuridica” della Fondazione, che dunque può essere ammessa a fruire degli stanziamenti previsti dal Piano regionale ospedaliero. Ma l’assessore alla Sanità della Regione Lombardia, il De Vittorio Rivolta, poiché il privatistico “ospedale” di don Verzé è estraneo al piano ospedaliero lombardo, nega alla Fondazione i finanziamenti del Fondo nazionale ospedaliero. Dopo pressioni, minacce, e tentata corruzione20, l’intraprendente don Verzé e i suoi protettori politici romani trovano il modo di aggirare l’ostacolo.
Il 25 luglio 1972, con apposito decreto, il ministro della Sanità (il Dc Athos Valsecchi) e il ministro della Pubblica Istruzione (il Dc Oscar Luigi Scalfaro) riconoscono alla rudimentale clinica privata di don Verzé l’attestato di “Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico”: ancorché platealmente truffaldino (verrà definito “un atto di pirateria politica”, dal momento che il sedicente ospedale non è neppure funzionante), il prestigiosissimo riconoscimento elargito dai due ministri Dc consente allo spretato affarista democristiano di beneficiare di finanziamenti e agevolazioni varie, e soprattutto sottrae la sua iniziativa “ospedaliera” alle competenze della Regione. Nel ricorso subito inoltrato, la Regione Lombardia chiede infatti l’annullamento del decreto ministeriale perché viziato da “eccesso di potere per difetto di istruttoria, erronea valutazione della realtà, illogicità, sviamento”, e nega che la clinica di don Verzé possa essere qualificata “Istituto a carattere scientifico”: si tratta di un espediente “strumentale rispetto al perseguimento di finalità diverse… 1 fini perseguiti [dall’iniziativa di don Verzé] sono completamente diversi da quelli assunti a base del decreto di riconoscimento”21.
intanto, dopo che in precedenza la Commissione edilizia segratese aveva respinto JI progetto per l’edificazione di un secondo lotto ospedaliero perché privo di benestare del medico provinciale e dei Vigili del Fuoco, nello stesso luglio 1972 la clinica si vede negata l’agibilità perché “il sistema degli scarichi delle acque non è conforme alle disposizioni del Consorzio di vigilanza igienica, ed è priva di camera mortuaria”.
Il 14 giugno 1973, il rettore dell’Università Statale di Milano, il democristiano Giuseppe Schiavinato, sottoscrive una truffaldina convenzione tra la Facoltà di Medicina e il sedicente “Ospedale San Raffaele” un nuovo, proditorio atto di “pirateria politica” tutto interno alla Dc e mosso da interessi economicoclientelari. “L’obiettivo manifesto del Verzé è di procedere alla costruzione di altri due mostruosi immobili per una volumetria [equivalente a] più dei doppio di quella prevista dai piani urbanistici locali… Lo strumentale aggancio all’Università, aggiunto all’abnorme riconoscimento ministeriale di “Istituto scientifico”, potranno ulteriormente sottrarre la Fondazione e la sua struttura edilizia in territorio milanese ai controlli regionali e a qualunque altro controllo imposto dalla legge. A questo preciso scopo concordato, il Rettore Schiavinato [firmando la convenzione ha offerto [a don Verzé], a fondo perduto, finanziamenti, strumenti, strutture, docenti e personale, prostituendo le esigenze didattiche degli studenti alla speculazione dei gruppi clericali amici”22.
Il 21 settembre 1973, un’ordinanza dei sindaco di Segrate interrompe la costruzione del secondo lotto della clinica perché platealmente abusivo: “Nell’ordinanza, dopo aver considerato che la Fondazione dell’ospedale “ha presentato un progetto di costruzione di ampliamento del secondo lotto dell’ospedale medesimo e che lo stesso non è risultato, all’esame della Commissione edilizia comunale, meritevole di approvazione”, si ingiunge la “sospensione immediata dei lavori edili abusivamente intrapresi”. Circa il motivo per il quale è stata avviata la costruzione del secondo lotto dell’ospedale senza l’autorizzazione prevista, don Verze’ afferma che “secondo accordi verbali presi con le autorità di Segrate, e di cui possiamo fornire testimonianze, ci fu detto di iniziare pure i lavori e che la autorizzazione sarebbe giunta in un secondo tempo””23 . Nell’occasione, l’ineffabile prete “sospeso” dichiara alla stampa: “Non siamo lo specchietto delle allodole, come qualcuno vuol vederci, di una grossa società immobiliare [cioè l’Edilnord, N.d.A.]. Siamo solo un ospedale che vuole portare a termine il suo programma per funzionare sempre meglio”.
Il 14 ottobre 1973, l’avvocato Giuseppe Melzi, a nome di un gruppo di studenti della Facoltà di Medicina dell’Università di Milano, inoltra alla Procura della Repubblica una denuncia a carico del Rettore Schiavinato e dei ministri Valsecchi e Scalfaro per i reati di peculato, abuso d’ufficio, interesse privato in atti d’ufficio, falsità ideologica, truffa ai danni dello Stato don Luigi Verzé viene denunciato per truffa ai danni dello Stato.
Nella denuncia viene ricostruita la vicenda della clinicaospedale San Raffaele, associandola a tangenti e benemerenze politiche; vi si parla di “complessi e oscuri rapporti clientelari personali e politici [del rettore] che, intrecciandosi al sedicente Ospedale San Raffaele, coinvolgono diverse realtà e interessi di potere e economici… [La scandalosa convenzione firmata dal rettore] è una chiara copertura di interessi politicoeconomici… La storia del San Raffaele si riannoda a quella di una grossa iniziativa immobiliare a carattere speculativo, nota come “Milano 2” e patrocinata dalla società Edilnord S.a.s. [dietro cui vi sono capitali svizzeri e interessi bancari democristiani, e capeggiata da] Berlusconi… Le iniziative e i programmi edificatori di Milano 2 e del San Raffaele superavano di gran lunga le volumetrie consentite anche dal Piano regolatore del Comune di Segrate [mal l’Edilnord otteneva una vantaggiosissima convenzione [coincidente con] la campagna elettorale per le politiche… Le fortune del San Raffaele coincidono in successione cronologica con quelle di Milano 2 e con tali scadenze elettorali… [Vi sono prove] della collusione tra i due gruppi e le due iniziative, o meglio, dell’asservimento del San Raffaele ai prevalenti scopi speculativi di Milano 2… Milano 2 è indubbiamente interessata al connubio tra il San Raffaele e l’Università… Schiavinato [ha cosi assunto] l’alto patrocinio dell’Edilnord, divenendo il padrino della speculazione ospedaliera e immobiliare più sfacciata d’Italia … “. I denuncianti sollecitano “una severa inchiesta sui vari rapporti e sui vari personaggi ruotanti attorno al San Raffaele, all’Università, e all’iniziativa Milano 2 [anche considerando] gli indubbi collegamenti speculativi tra l’Ospedale San Raffaele e l’insediamento edilizio Milano 2, e il coinvolgimento degli uffici ministeriali prima, e dell’Università poi, aventi come scopo la “valorizzazione” dell’Ospedale e di Milano 2”.
La denuncia studentesca, presentata dall’avvocato Melzi, non manca di porre in rilievo la faccenda più sporca tra le molte che stanno accompagnando la nascita di Milano 2San Raffaele, e che è alla base del connubio Berlusconidon Verzé: “Quando al confine col San Raffaele inizia anche la costruzione degli immobili di Milano 2, la combine tra le due iniziative si manifesta pubblicamente in una comune, incalzante iniziativa mirante a ottenere lo spostamento delle rotte aeree, per la ulteriore “valorizzazione” iniziativa immobiliare”.
Nell’alto dei Cieli
Nella seconda metà degli anni Sessanta, l’aeroporto milanese di Linate aveva registrato un forte incremento del traffico aereo: se nel 1961 dall’aerostazione decollavano 35 aerei al giorno, nel 1967 i decolli erano già 63 (dei quali 33 di jet), e due anni dopo erano saliti a 75 (con 65 jet)24. 1 potenti e fragorosi aviogetti decollavano lungo l’asse SudNord, e l’incremento dei decolli aveva determinato un progressivo aumento dell’inquinamento acustico a danno dei circa 10.000 residenti nella fascia orientale del Comune di Segrate e degli abitanti dei comuni limitrofi.
Il 24 luglio 1969, la Direzione generale dell’Aviazione Civile (Civilavia) aveva emanato una prima direttiva di regolamentazione dei corridoi di decollo da Linate; con la sigla “Notam”25 e il numero d’ordine “AIII/69”, la disposizione stabiliva che subito dopo il decollo gli aerei procedessero dritti lungo la rotta Sud-Nord, per poi virare a un’altezza di 3.6005.000 metri (a seconda del tipo di aeromobile) dal punto di stacco: in tal modo, i jet evitavano gli abitati di Segrate, San Felice, Vimodrone, Cologno e Brughiero, e sorvolavano la disabitata zona verde del conte Bonzi posta oltre il confine orientale del Comune di Segrate.
L’area Bonzi sorvolata dal luglio 1969 è da qualche mese di proprietà della Edilnord Centri Residenziali che intende costruirvi una cittadella. Secondo la Convenzione di Chicago sulla Aviazione civile (che tra l’altro definisce le “servitù aeroportuali”), tale area posta proprio sull’asse della pista n° 36 di Linate, e a pochi chilometri dall’aerostazione dovrebbe essere considerata “inabitabile” e destinata a “zona verde”; anche per questa ragione, nel 1967 il Piano Intercomunale Milanese si era chiaramente pronunciato contro la lottizzazione urbanistica dell’area Bonzi26.
Ma Berlusconi sembra ritenere la grave questione un problema ininfluente, e alla fine del 1970 l’edificazione di Milano 2 procede spedita sotto il costante fragore dei jet che sorvolano l’area ridicolizzando lo slogan commerciale di Milano 2 “un’oasi di pace ai confini della città”. In realtà, è già operante il sodalizio Edilnord don Verzé, attraverso il quale, al più presto, si potrà “ripulire” il cielo della zona dal micidiale inquinamento acustico: in quale Paese al mondo sarebbero ammessi decolli aerei a ridosso di un ospedale?
Milano 2 conta circa 200 abitanti, quando, il 24 giugno 1971, il duo Berlusconidon Verzé inoltra al ministero dei Trasporti una petizione: primi firmatari lo stesso don Luigi Verzé e Maria Bossi vedova Borsani (zia di Berlusconi e sua prestanome nella Edilnord), la petizione sollecita “immediati provvedimenti” per salvaguardare la quiete dei “cittadini”27 di Milano 2, e dei “degenti” dell’Ospedale San Raffaele “che inizierà la sua attività nel luglio 1971 e che nel prossimo futuro raggiungerà la potenzialità di 600 letti”.
Con inopinata e sospetta tempestività, la direzione di Civilavia asseconda le “futuribili” esigenze del potente binomio Edilnord San Raffaele: il 15 dicembre 1971, emanai “Notam A267/71” (che entrerà in vigore il successivo 15 gennaio): “l’Avviso” dispone un dirottamento del corridoio di uscita da Linate, allontanandolo “di circa 700 metri dal limite orientale della zona interessata (“San Romanello”)”28. Coi nuovo “Notam”, la rotta diretta a Nord evita le zone di proprietà della Edilnord con le sue poche centinaia di residenti, ma determina un aggravio dell’inquinamento, acustico ai danni delle decine di migliaia di abitanti dei comuni di Segrate, Vímodrone, Cologno e Brughiero.
Disposto quale semplice “aggiustamento tecnico”, il repentino dirottamento conseguito dal duo Berlusconidon Verzé suscita la protesta dei piloti associati all’ANPAC (il maggiore sindacato autonomo di categoria) e della direzione dell’ALITALIA: le nuove procedure di decollo, infatti, comportano una drastica diminuzione dell’altitudine di virata dal punto di stacco dal suolo, con conseguente riduzione dei margini di sicurezza. Civilavia deve quindi rivedere le disposizioni, e il 30 marzo 1972, col “Notam A107/72”, recepisce le obiezioni dei piloti e della compagnia di bandiera nazionale.
Solo un mese dopo, al fine di “stabilizzare” in via definitiva la delicata questione delle rotte da Linate, Civílavia, con il “Notam A128/72” (in vigore dal 25 maggio), allontana ulteriormente il corridoio di decollo dall’area Milano 2Ospedale San Raffaele stabilendo che gli aerei seguano una rotta di 010° in direzione Est fino all’attitudine di 2.000 piedi (poco più di 600 metri).
Ma la nuova disposizione “ispirata” da Berlusconi don Verzé danneggia gravemente la tranquillità acustica degli abitanti di Segrate, e nel comune, a giugno, si forma il Comitato antirumore segratese (Cas). Il Cas promuove una petizione popolare, raccogliendo oltre 3.000 firme in calce a una serie di richieste, prima fra tutte il ripristino delle rotte in vigore fino al 1971. Il successivo 15 settembre 1972, una rappresentanza del Consiglio comunale di Segrate si reca a Roma, presso la direzione di Civilavia, e ottiene una sensibile modifica della quota di virata, ratificata dal nuovo “Notam A282/72” del 26 settembre 197229; nel cielo di Segrate e dei comuni della fascia settentrionale torna la quiete, ma la berlusconiana Edilnord prepara la reazione.
Il 13 settembre 1972, gli sparuti abitanti di Milano 2 vengono allertati con un manifestoappello da adunata: “A tutti gli abitanti di “Milano 2” L’Edilnord, nel reciproco interesse, chiede “una mano” per risolvere alcuni dei problemi che intralciano “il cammino” di Milano 2. Il problema più attuale è quello del passaggio degli aerei sopra il nostro quartiere. A Segrate si è da tempo costituito un “Comitato Antirumore” [ … ]. Dobbiamo a nostra volta formare un Comitato Antirumore per sostenere che detti aerei debbano seguire una rotta leggermente spostata (8°) ad Est, come è avvenuto per un certo periodo [ … ]”. A ottobre, prende forma il nuovo strumento di pressione berlusconiano: coi pomposo appellativo di “Comitato intercomunale antirumore” (CIA), animato e guidato da un ambiguo personaggio come Marcello Di Tondo30 il berlusconiano CIA riesce a formare un gruppo di pressione che vede momentaneamente alleati otto comuni dell’hinterland settentrionale (Brughiero, Vimodrone, Cernusco sul Naviglio, Cologno Monzese, Cassina de’Pecchi, Carugate, Bussero e Pessano con Bornago) una lobby eterodiretta il cui reale obiettivo è la salvaguardia della multimiliardaria speculazione edilizia della “svizzera” Edilnord.
A Roma, il berlusconiano CIA ha un esplicito santo in paradiso nella persona del deputato Dc Egidio Carenini (futuro “fratello” di Berlusconi nella Loggia P2, e intimo amico del Venerabile maestro Licio Gelli). E a Roma, il 13 marzo 1973, la direzione di Civilavia convoca un vertice dedicato alla questione delle rotte da Linate: vi prendono parte l’on. Carenini, esponenti del Cia, i direttori dei quattro ospedali dei comuni settentrionali, funzionari del ministero della Difesa responsabili dei controllo aereo, dirigenti dell’Alitalia, e don Luigi Verzé in persona31 . Secondo un esponente del Comitato antirumore segratese, nel corso di tale riunione vengono utilizzate carte topografiche per Segrate e Pioltello risalenti al 1848, per Milano 2 (edificata solo al 25 per cento) complete come se la cittadella fosse già stata ultimata.
I risultati del vertice romano si concretizzano il successivo 30 agosto, quando Civilavia emette il “Notam A235/73” (che entra in vigore il 15 settembre, previa parziale modifica il 7 settembre): la nuova rotta di decollo ha la prioritaria cura di evitare l’area di Berlusconidon Verzé, e stabilisce una direttrice lungo la “radiale 244”, che passa dritta sopra il municipio di Segrate aggravando cosi l’inquinamento acustico anche nel cielo di Pioltello, Limito e San Felice.
Per la berlusconiana Edilnord è una vittoria sul campo, celebrata da un volantino diffuso dalla cosiddetta “Associazione dei residenti di Milano 2”: “[ … ] I risultati della lunga e difficile azione sono facilmente constatabili, e vanno a premiare gli sforzi di chi ha creduto ed aiutato l’impegno civile dei Comuni e delle Amministrazioni Ospedaliere che si sono battuti per raggiungere gli attuali risultati”32. Ma la vittoria berlusconiana è a scapito anzitutto degli otto comuni settentrionali che pure si erano “alleati” al Cia: in seguito al “Notam A235/73”, essi accusano la EdilnordMilano 2 di strumentalizzazione per interessi di parte. Penalizzati dal nuovo provvedimento sono anche i piloti aerei, i quali esprimono la loro ostilità alle nuove direttive di decollo (quelli dell’Alitalia segnalano la pericolosità della virata “a coltello” necessaria per rispettare la “radiale 244”, mentre quelli dell’Air France e della Klin affermano trattarsi di una rotta praticabile solo per decolli a vuoto, con aeromobili di piccola stazza, e in condizioni metereologiche pressoché perfette). La vicenda assume sempre più i connotati dello scandalo la stampa locale scrive di ““Dirottamenti” aerei coi sistema della mafia”33.
IL 2 agosto 1973, l’avvocato Raffaele Della Valle inoltra alla Pretura di Monza un esposto con il quale, premesse alcune considerazioni di ordine generale sulla “politica urbanistica quantomeno imprevidente” che ha consentito insediamenti come quello di Milano 2 in zone originariamente comprese nel piano di volo “degli aerei in partenza da Linate”, denuncia “un vero e proprio bombardamento del frastuono dei jet, dalle primissime ore dei mattino a notte inoltrata, nel territorio del Comune di Brughiero”, e chiede al Pretore di procedere “giudizialmente a carico dei responsabili per il reato previsto e punito dall’art. 659 Cp.”34.
Nell’ottobre 1973, il Comitato antirumore segratese inoltra un esposto alla magistratura in merito al dirottamento dei voli in partenza da Linate, e sollecita un’inchiesta relativa agli “strumenti urbanistici predisposti negli ultimi anni dal Comune di Segrate, con specifico riferimento all’insediamento chiamato “Milano 2”, e circa le autorizzazioni concesse perfino per la costruzione di un “Istituto di ricovero e cura” San Raffaele [benché la zona fosse gravata da servitù aeree]”. Una mozione assembleare firmata dal Comitato segratese (e approvata all’unanimità dalla cittadinanza), chiede “che il ministro della Pubblica Istruzione e quello della Sanità revochino congiuntamente la qualifica di “Istituto a carattere scientifico” accordata al sedicente Ospedale San Raffaele… E’ infatti noto a tutti i Segratesi che il suddetto Istituto, sorto in aperto contrasto con la programmazione ospedaliera regionale, non svolge né attività ospedaliera né attività di ricerca scientifica, ma esercita una mera attività di ricovero di mutuati e solventi [come] una casa di cura privata… Altrettanto nota a tutti è la funzione di specchietto per le allodole” che tale Istituto ha giocato nella questione del cambiamento delle rotte degli aerei… L’assemblea dei cittadini di Segrate invita pressantemente la Procura della Repubblica di Milano a dare corso alle indagini necessarie per accertare quali reati siano stati commessi in tutti i fatti connessi con l’insediamento del quartiere “Milano 2″ e con i cambiamenti delle rotte. Questo, al fine di impedire che gli abitanti di Segrate siano vittime di un incredibile sopruso destinato a far arricchire squallidi personaggi dalla smodata vocazione speculativa”.
Ma la Edilnord prosegue il suo incessante lavoro manipolatorio. Verso la fine del 1973, viene fatto circolare un,ponderoso “studio scientifico” sul problema delle rotte: attribuito al prestigioso Politecnico di Milano, “l’inparziale” studio indica nell’ultimo “Notam” del 1973 la “soluzione ottimale” dell’inquinamento acustico a Segrate soluzione che, manco a dirlo, è quella vagheggiata dalla berlusconiana “immobiliare svizzera” Edilnord. L’inganno durerà solo qualche mese: la presidenza del Politecnico scoprirà che lo studio era stato commissionato dalla stessa Edilnord, con “incarico privato”, a un gruppo di docenti dell’Istituto capeggiati dall’ing. Giovanni Da Rios i docenti coinvolti nella truffaldina iniziativa si vedranno costretti, per evitare l’espulsione dall’Istituto, a pubbliche scuse e a eliminare dallo studio proEdilnord ogni riferimento al Politecnico.
Il silenzio è d’oro
Le vicende che a partire dal 1968 e fino a metà anni Settanta accompagnano il sorgere della “città satellite” Milano 2 danno luogo al più grave scandalo urbanistico che si sia mai verificato nell’hinterland milanese. L’operato di una strana società edilizia come la Edilnord (anonimi capitali svizzeri, un enorme potere finanziario, e il vero promotore, tale Silvio Berlusconi nascosto da prestanome) finisce sulle pagine locali dei quotidiani milanesi insieme alle scorrerie di don Luigi Verzé, approdando poi nelle aule dei tribunali.
I mille volti della speculazione edilizia: a Segrate, 50. 000 persone ci rimettono la salute con lo spostamento dei corridoi aerei, titola “il manifesto” nell’agosto 1973: “La Edilnord è riuscita a mobilitare gli abitanti dei paesi limitrofi a “Milano 2” ed è andata a Roma alla testa di un finto “Comitato intercomunale antirumore” a contrattare le rotte aeree… Il terreno [dove sorge “Milano 2] è stato acquistato per un tozzo di pane, e gli appartamenti vengono venduti [dalla Edilnord] a prezzi astronomici … “.Per portare avanti la speculazione che si chiama Milano 2”, prima rendono sordi i Segratesi con i jet, ora li vogliono appestare con un immondezzaio: “Ci sono dentro tutti, la Regione, i democristiani e anche i socialisti… Ma la più sporca di tutte l’ha fatta il Vaticano che, con l’aiuto economico delle banche svizzere, ha appoggiato l’operazione “Milano 2” con l’insediamento nella zona dell’Ospedale San Raffaele […]. Intorno al villaggio di lusso “Milano 2” si sta “purificando” tutto, per garantire che nulla turbi il pacifico insediamento dei “cittadini di prima classe”. C’è ad esempio una questione di fognatura: da oltre vent’anni nella zona adiacente quella che avrebbe ospitato “Milano 2” c’è il deposito di immondizie dell’Amministrazione nettezza urbana. E’ evidente che questo deposito verrà spostato d’autorità, su questo non ci sono dubbi. Quel che invece resta da discutere è “dove” lo si deve trasferire, visto che la zona è ormai tutta abitata … “35.
Il settimanale “Il Mondo” del 4 ottobre 1973, sotto il titolo Le rotte di cemento, scrive: “In un Paese come l’Italia, distribuendo qualche bustarella è possibile riuscire a spostare le rotte aeree [dallo scalo di Linate Appurarlo non è certo facile, perché i protagonisti di tali vicende amano la discrezione […]. Un’inchiesta del Pretore di Monza ha preso le mosse [dai rumori delle rotte] ma si è presto estesa al tematabù delle licenze edilizie e della speculazione sulle aree fabbricabili… Per ora al centro delle indagini [c’è] “Milano 2”, un complesso residenziale ultramoderno costruito alla periferia della città dalla società Edilnord, ufficialmente controllata da una finanziaria svizzera […]. Nel dopoguerra, spiegano gli urbanisti, per ottenere dall’amministrazione comunale le licenze edilizie era necessario ungere le casse dei partiti… Negli anni Sessanta, per ottenere le licenze i costruttori dovevano versare una tangente nelle casse dei partiti che controllavano la Giunta […]. Nelle immediate vicinanze dell’aeroporto di Linate sta nascendo (Milano 2), una piccola città di 9 mila abitanti che sarà ultimata nel 1975… Dei 2.500 appartamenti previsti, finora ne sono stati costruiti circa un terzo, e ne sono stati venduti circa 600; l’operazione, quindi, è in una fase estremamente delicata. Secondo il “Comitato antirumore” di Segrate, la Edilnord sarebbe riuscita a far deviare le rotte degli aerei che decollano da Linate, per poter continuare a vendere i propri appartamenti: che sono passati da 130 mila lire al metro quadrato, a 280 mila lire […]. Alcuni anni fa, sul territorio di “Milano 2”, è stato costruito un “ospedale” in mezzo ai prati, retto da don Verzé, un curioso prete spretato… Questo “ospedale”, secondo gli abitanti di Segrate, avrebbe permesso all’Edilnord di ottenere da Roma il recente mutamento delle rotte aeree: infatti, nelle carte di volo fornite ai piloti dell’ALITALIA, la macchia nera della lottizzazione di “Milano 2″ reca la scritta “Hospital” come se l’intera area fosse zona ospedaliera anziché un colossale condominio di lusso Ma probabilmente la verità non verrà mai a galla”
Nel dicembre del 1973, il quotidiano socialista “Avanti!” informa: “II Pretore di Monza che sta conducendo l’inchiesta [sul dirottamento dei voli aerei da Linate] ha chiesto alla Procura della Repubblica di Milano di incriminare [per corruzione, abuso e omissione di atti d’ufficio] il rettore dell’Università Statale Giuseppe Schiavinato, l’assessore regionale all’Ecologia Filippo Bertani, il sindaco di Segrate Gianfranco Rosa, e il direttore dell’Ospedale San Raffaele don Luigi Verzé. Nel corso dell’inchiesta, infatti, il magistrato ha rilevato una serie di irregolarità nella costruzione della clinica che si trova nel territorio del Comune di Segrate e che è stata costruita dopo una convenzione tra l’Università di Stato e il Verzé”.
Il “Corriere della Sera” del 18 aprile 1974 scrive: “Un presunto tentativo di corruzione nei confronti dell’assessore regionale alla Sanità Vittorio Rivolta è oggetto di un’inchiesta giudiziaria da parte della Procura della Repubblica. La magistratura ha inviato nei giorni scorsi un avviso di procedimento a don Luigi Maria Verzé, direttore dell’ospedale San Raffaele di Segrate, per informare il religioso che sul suo conto sono in corso accertamenti a proposito di illecite attività che sarebbero state svolte in relazione alle richieste di finanziamenti per il nosocomio. In pratica, la Procura della Repubblica sta cercando di stabilire se corrisponde al vero che don Verzé, in occasione di un incontro avuto con Rivolta, abbia sollecitato un contributo di circa due miliardi di lire da parte della Regione a favore del San Raffaele (promettendo all’assessore) in cambio il 5 per cento dell’intero importo, vale a dire qualche cosa come cento milioni”.
In data 25 giugno 1974, il quotidiano “Il Giorno” informa che “il pretore milanese Francesco Dettori ha inviato un avviso di procedimento a 14 ex consiglieri del Comune di Segrate (che è attualmente retto da un commissario prefettizio) per il reato di omissione di atti d’ufficio; la notifica dice testualmente: ‘Per aver indebitamente omesso di adottare le controdeduzioni alle proposte di modifica del Piano regolatore generale del ministero dei Lavori Pubblici entro 90 giorni dalla comunicazione di dette proposte, pervenuta il 2 febbraio 1971”. E una grana grossa […] che investe tutta la storia del Piano regolatore di Segrate in barba al quale sono nati e cresciuti i centri residenziali […]. Una perizia sulla( convenzione stipulata tra il Comune e l’Edilnord ) concluse che nell’operato dell’ex sindaco Renato Turri potevano ravvisarsi gli estremi per il reato di abuso di autorità in atti d’ufficio; la Giunta presentò un esposto alla Procura: è li che dorme … “.
Nell’edizione dei 27 giugno 1974, 1l Giorno” scrive: “II commissario prefettizio, dottor Ajello, si è rifiutato di rilasciare le 3 licenze (le ultime) richieste dall’impresa costruttrice di Milano 2, perché sono in contrasto con le norme di rispetto cimiteriale. Il cimitero è quello di Lambrate: per tre lati confina col territorio del Comune di Milano e per un lato con quello di Segrate. La zona di rispetto è di 200 metri: i costruttori di Milano 2, che sorge nel lato segratese, avrebbero voluto ridurla a 100 metri, ma ciò non è possibile. La società Edilnord ha criticato il commissario prefettizio [e poiché il commissario è irremovibile, la Edilnord ha stabilito che] in mancanza delle licenze, non [consegnerà] in tempo utile gli edifici scolastici. Risultato: disagio della popolazione di Milano 2, perché si dovrebbe addivenire all’adozione dei doppi turni, eccetera. A questo punto la vertenza si fa calda: c’è qualcuno che ha proposto per constatare la buona fede della società costruttrice di eseguire una verifica delle cubature finora realizzate a Milano 2 e che dovrebbero ammontare secondo la convenzione a un milione e 400.000 metri cubi: secondo quel qualcuno potrebbero saltare fuori differenze sconcertanti, sia per la parte quantitativa (il numero dei metri cubi oltre la prima soletta) sia per l’aspetto qualitativo (cioè l’accorgimento tecnico con cui si sarebbe saltato il “fosso” della delibera comunale)”.
Il settimanale milanese “L ‘Ambrosiano”, nel dicembre del 1974, scrive: “La vita del villaggio residenziale “Milano 2” continua a interessare le cronache giudiziarie. 1 cittadini di Segrate accusano la Edilnord di aver ottenuto, con abusi e irregolarità, il dirottamento degli aerei in decollo da Linate dal cielo di “Milano 2” a quello di Segrate. Inoltre, i clienti di “Milano 2″ accusano la stessa Edilnord di aver alterato, con incrementi fino al 61 per cento, i prezzi di acquisto [degli appartamenti, espressi in franchi svizzeri] a suo tempo stipulati: cosi, mentre il Tribunale non ha ancora chiuso il capitolo del “dirottamento all’italiana”, ecco aprirsi una nuova vicenda che difficilmente si concluderà fuori dalle aule giudiziarie. Nello scandalo di “Milano 2” sono coinvolti i partiti politici che vanno per la maggiore, uomini politici di grosso e piccolo calibro, e perfino un prete spretato, direttore della clinica San Raffaele che è lo specchietto per le allodole al servizio della Edilnord”.
Il “Corriere della Sera” del 12 febbraio 1975 scrive: “L’ex sindaco di Segrate, il democristiano Gianfranco Rosa, il legale rappresentante della Edilnord Giorgio Dall’Oglio [fratello della prima moglie di Berlusconi, N.d.A.], e il direttore dei lavori della stessa Edilnord, sono stati indiziati di reato in relazione a una serie di illeciti edilizi. Il primo dovrà rispondere di abuso continuato in atti d’ufficio, mentre gli altri due hanno ricevuto mandati di comparizione per “uso di licenza edilizia illegittima” Il Comune di Segrate aveva stipulato un accordo con l’impresa di costruzioni Edilnord (a capitale svizzero), e per approvare la convenzione vennero modificate (dalla sola Giunta, senza cioè presentarle al Consiglio) le previsioni del Piano regolatore generale e del Piano di fabbricazione vigente. (La costruzione di Milano 2) avrebbe cosi usurpato anche parte del terreno destinato ad ampliare il “polmone verde” del Parco Lambro [ … ]. 1 rappresentanti della Edi1nord si sono sempre difesi affermando di aver avuto regolare licenza edilizia, ma il pretore Francesco Dettori ha emesso gli avvisi di reato in base all’art. 31 della “Legge ponte”, secondo la quale le imprese edili e i loro direttori dei lavori sono tenuti a conoscere la normativa edilizia e le disposizioni di legge in materia urbanistica”.
Il “Corriere d’Informazione” del 20 marzo 1975 scrive: “II commissario prefettizio dottor Ajello, che sostituisce il sindaco di Segrate, ha sospeso la concessione delle licenze di abitabilità nelle nuove case di Milano 2 Questo significa che al momento gli abitanti di Milano 2 non hanno la sicurezza di ottenere la promessa esenzione fiscale venticinquennale sugli immobili, che è subordinata, appunto, alla classificazione delle case: se venissero giudicate abitazioni di lusso, per i proprietari si profilerebbe il pagamento di tasse per un ammontare non trascurabile. Toccati nel lato debole il portafogli gli abitanti del quartiere più chiacchierato Lombardia hanno reagito, gettando cosi benzina sul fuoco polemiche che coinvolgono interessi politici oltre che economici. Il chiasso che si è creato intorno al caso di Milano 2 non giova certo alla chiarezza (né favorisce il compito del pretore Francesco Dettori, incaricato dell’inchiesta). E forse proprio per questo il magistrato ha sospeso l’esecuzione dell’ordinanza che la scorsa settimana aveva redatto e con la quale intendeva mettere sotto sigillo le case sorte in luogo delle fabbriche grazie alla variante (oggetto delle indagini) al programma di fabbricazione”.
Il 20 giugno 1975, il “Corriere della Sera” informa che “la Pretura penale ha deciso di trasmettere alla Procura della Repubblica tutti gli atti relativi al generale Paolo Moci, il direttore generale dell’Aviazione civile che è il responsabile delle rotte imposte agli aerei. Tale decisione è stata presa a conclusione di un processo, avvenuto alla Terza sezione penale davanti al Pretore Massimo Amodio, nel quale il generale Moci – era imputato del reato previsto dall’articolo 659 del Codice penale. “Predisponendo [nuove] rotte e orari di decollo e di atterraggio degli aerei diceva la denuncia aveva organizzato l’esercizio di un mestiere rumoroso, in violazione dei regolamenti comunali dei comuni di Segrate, San Donato, San Giuliano e Pioltello”. La denuncia accennava anche a manovre speculative, intese ad aumentare il valore dei terreni sui quali è sorto il quartiere di “Milano 2” [ … ]. E’ stata proprio la parte civile, nel corso della udienza, a adombrare il sospetto di irregolarità che andrebbero oltre le dirette responsabilità del direttore generale dell’Aviazione civile. La parte civile ha accennato anche a possibili abusi di ufficio e ha ipotizzato il reato di interessi privati in atti di ufficio, commesso a favore della società immobiliare che ha costruito “Milano 2””.
Sul quotidiano “Il Giorno”, l’inviato Giorgio Bocca dedica alle vicende Segratesi un pungente articolo, pubblicato nell’edizione del 13 giugno 1975 sotto il titolo Milano Uno Due Tre: “Storie di astuzie, corruzioni, raggiri, guadagni giganteschi. Tutto risaputo, sperimentato: i comitati locali che nascono battaglieri, decisi a fare i conti in tasca al padrone amministratore e dopo due anni sono già addomesticati. Il filantropo che costruisce un ospedale come il San Raffaele che, combinazione, servirà egregiamente alla campagna vendite… I comuni della periferia milanese hanno impiegato gli ultimi vent’anni a fare piani regolatori, allo scopo unico, si direbbe, di trattarli e di modificarli: le grandi immobiliari se li comprano e se li manipolano, fanno eleggere consiglieri i loro uomini e procedono sempre per vie indirette. Sono disposte a offrire una scuola per avere in cambio una modifica che vale cento scuole. Mandano avanti i genitori e i bambini del paese da corrompere, li fanno dimostrare in piazza con i cartelli… Le immobiliari ti fregano, regolarmente; ti fanno pagare ciò che ti avevano promesso in regalo, calcolano a loro comodo gli aumenti dei costi, costruiscono dove nel plastico c’erano erbe e acque… “Un nuovo modo di abitare” come si legge nei depliant, ma il vecchio modo di speculare sui terreni, sulle case, sulle ambizioni… E poi qui c’è don Luigi Maria Verzé arrivato [ … ] a fondare l’ospedale San Raffaele, quello che allontana gli aerei e nel quale si curano non solo i malanni fisici ma anche le “anime praeternaturali” … “.
Giustizia e misericordia
Nel dispositivo della sentenza relativa al processo che ha visto imputato (e condannato) il direttore generale dell’Aviazione civile, generale Paolo Moci, per la modifica delle rotte aeree, il Pretore di Monza Nicola Magrone scrive tra l’altro: “Dal 1969 all’agosto 1973 la “tendenza” costantemente espressa dalle successive modifiche delle rotte di uscita da Linate è nel senso di un progressivo allontanamento delle stesse [dal Milano 2 (con l’Ospedale San Raffaele)… Il ruolo oggettivo [di] Milano 2 (col San Raffaele) nell’intera vicenda dei mutamenti delle rotte emerge con sorprendente vistosità… Non può ignorarsi la perplessità suscitata in autorevoli organismi pubblici dall’iniziativa [di insediamento] di Milano 2… Le successive variazioni apportate alle rotte di uscita da Linate, soprattutto per il dimostrato costante collegamento con le vicende edilizie attorno all’aeroporto, giustificano da sole [un rimprovero all’imputato) tanto più doveroso quando si pensi alle conseguenze disastrose di una scelta apparentemente imparziale tra “opposti diritti”, sostanzialmente espressione vistosa di un inammissibile cedimento del pubblico amministratore a pressioni settoriali, non controllate, non vagliate, non assoggettate a doverosa verifica, nemmeno sotto il profilo della verità dei fatti (vedasi Ospedale San Raffaele)”. E ancora: “La comparsa [nella zona prima sorvolata] di nuovi “centri residenziali” uno dei quali [Milano 2] sorprendentemente preceduto da un ospedale dai connotati molto ambigui [non costituisce] motivo sufficiente ad invalidare la “scelta” originaria (da nessuno mai contestata) [delle rotte aeree] ed a far aprire la serie di “ripensamenti” sempre più univoci in danno della “fascia nord”… L’indagine ha avuto occasione di soffermarsi su “momenti” particolarmente allarmanti che hanno indotto questo Pretore a disporre lo stralcio dal presente procedimento di alcuni atti che consentono ipotesi di ben diversi reati [abuso d’ufficio, omissione atti d’ufficio, corruzione, a carico del rettore Giuseppe Schiavinato, del sindaco di Segrate Gianfranco Rosa, dell’assessore regionale all’Ecologia Filippo Bertani, e di don Luigi Verzè, N.d.A.] [i quali, nell’insieme, formano] il mosaico di una complessa e non rassicurante vicenda”36.
In data 18 giugno 1975, il Pretore di Milano Massimo Amodio, nella sentenza relativa a un secondo procedimento a carico del generale Paolo Moci per la vicenda delle rotte aeree, scrive tra l’altro: “Per la questione della fissazione delle rotte (Notam), la competenza si ritiene essere della Procura della Repubblica in quanto è chiara la connessione fra tali fatti ed eventuali fenomeni di speculazione e di illeciti comportamenti da parte di pubblici amministratori (e di altri)… Vi furono gravi illeciti da parte dei responsabili della cosa pubblica?… Dalle risultanze processuali, allo stesso succedersi dei fatti, sembra che i sospetti [ … ] abbiano un certo fondamento… [È opportuna] un’approfondita analisi da parte del competente giudice in merito ad eventuali fatti di corruzione o di interesse privato in atti d’ufficio… Perché è certo che [la modifica delle rotte] portò rumorosità su paesi densamente abitati; ed inoltre perché si sospetta che mutamento delle rotte e conseguente inquinamento acustico furono conseguenza di illeciti di grandi proporzioni implicanti responsabilità di pubblici amministratori”37.
Il 3 marzo 1977, la Seconda sezione penale del Tribunale di Milano riconosce l’imputato don Luigi Verzé colpevole di “istigazione alla corruzione” “per avere, quale Presidente dell’Ospedale San Raffaele, con atti idonei diretti in modo non equivoco, ad indurre il dottor Rivolta, assessore alla Sanità della Regione Lombardia, a compiere atti contrari ai doveri del proprio ufficio, promesso di corrispondergli il 5 per cento sull’ammontare del residuo contributo pari a L. 1.500.000.000 circa, quale corrispettivo della erogazione da parte dell’Ente Regione ad esso Verzé del predetto residuo contributo”.
Nella sentenza è scritto di “sorprendenti circostanze attraverso le quali l’ente di don Verzé era riuscito a ottenere la qualifica di “Istituto scientifico””, del fatto che l’imputato era “strettamente legato agli ambienti della Democrazia cristiana, ma egli aveva dimostrato di esercitare [anche] una notevole influenza sulle pubbliche autorità”; dopo una minuziosa ricostruzione dell’intricato tentativo di corruzione dell’imputato nei confronti dell’assessore Rivolta, il Tribunale conclude: “II reato commesso da don Verzé non poteva essere considerato lieve, se valutato nel quadro delle circostanze in cui era sorta e si era sviluppata l’iniziativa di costruire l’Ospedale San Raffaele. Da questo punto di vista, don Verzé doveva essere ritenuto un imprenditore abile e spregiudicato, inserito in ambienti finanziari e politici privi di scrupoli sul piano etico e giuridicopenale”38.
Ma nessuno degli strascichi giudiziari scaturiti dallo scandalo Milano 2San Raffaele (dalle denunce a carico dei ministri Valsecchi e Scalfaro e del rettore Schiavinato, a quelle riguardanti i sindaci Rosa e Turri e la stessa Edilnord) approderà a sentenze di condanna definitive. Tra archiviazioni, stralci, rinvii a giudizio, ricorsi, assoluzioni, prescrizione di reati, perfino lo spretato don Verzé si vedrà risparmiata (per intervenuta prescrizione) la condanna subita in primo grado per “tentata corruzione”. Del resto, il regime DcPsi è già operante, la prassi delle tangenti è già regola, l’impunità per le corruttele polificoaffaristiche è già garantita; gli anni di “Mani pulite” sono ancora molto lontani.
Solo un ventennio dopo, infatti, le inchieste giudiziarie di “Mani pulite” scoperchieranno “Segratopoli”, rivelando il vermicaio di corruttele, scandali edilizi, mazzette e appalti truccati, all’ombra del Comune di Segrate. Decine di amministratori e costruttori finiranno in carcere: tra essi, il corrotto sindaco craxiano Renato Turri (arrestato sulla scia di una decina di ordini di cattura); verrà arrestato per corruzione anche il costruttore Antonio D’Adamo (già dipendente e prestanome della Edilnord negli anni di Milano 2). Berlusconi, da parte sua, sarà assiso alla presidenza del Consiglio, capo di un governo che emanerà un “condono edilizio” e che tenterà di varare un decreto “salvaladri” per sottrarre i corrotti al carcere.
Benché operi nell’ombra, coperto da prestanome e coi capitali di anonime finanziarie svizzere, sulla figura del palazzinaro Silvio Berlusconi, in seguito alla scandalosa speculazione multimiliardaria di Milano 2, comincia ad appuntarsi l’attenzione della stampa.
Tra i primi a occuparsi del misterioso affarista è Giorgio Bocca, che nel marzo 1976 scrive: “Milano è la città in cui un certo Berlusconi di 34 anni costruisce “Milano 2” cioè mette su un cantiere che costa 500 milioni al giorno. Chi glieli ha dati? Non si sa. Chi gli dà i permessi di costruzione e dirotta gli aerei dal suo quartiere? Questo lo si sa, anche se si ignora il resto. Come è possibile che un giovanotto di 34 anni come questo Berlusconi abbia un “jet” personale con cui raggiunge nei Caraibi la sua barca che sarebbe poi una nave oceanografica? Noi saremmo molto curiosi, molto interessati a sapere dal signor Berlusconi la storia della sua vita: ci racconti come si fa a passare dall’ago al milione o dal milione ai cento miliardi”39.
“Berlusconi lavora sott’acqua, non appare mai”, scrive il quotidiano “Lotta Continua” il 25 marzo 1977. “Gli strascichi amministrativi e giudiziari [dello scandalo di Milano 2] si sono risolti senza danno per Berlusconi […] Quel che sorprende è la capacità di Berlusconi di costruire una intera città senza praticamente possedere nulla di suo. avvalendosi di potenti protezioni (e di alcune grosse banche come il Monte dei Paschi di Siena e la Banca Nazionale del Lavoro) Berlusconi ha venduto le case, e incassato i soldi, prima ancora di costruirle […]. Mentre la Edilnord mette in cantiere un nuovo villaggio residenziale, Milano 3, Berlusconi comincia a viaggiare, e avendo come intermediarie banche panamensi e lussemburghesi, combina affari in Medio Oriente e in Libia”.
Nello stesso marzo 1977 Berlusconi rilascia a Camilla Cederna “la sua prima intervista”; Cederna descrive l’intervistato cosi: E’ cattolico e praticante, e ha votato Dc… E’ considerato uno dei maggiori speculatori edilizi del nostro tempo. Si lega prima con la corrente di Base della Dc (Marcora e Bassetti), poi col Centro, cosi che il segretario provinciale Roberto Mazzotta è il suo uomo. Altro suo punto di riferimento è il PSI, cioè Craxi, che vuol dire Tognoli, cioè il Sindaco [di Milano]. È allergico alle fotografie “Anche per via dei rapimenti” spiega con un sorriso ironico solo a metà ( … ) In settembre comincerà a trasmettere la sua “Telemilano” e pare che in questo suo progetto sia stato aiutato dall’amico [democristiano] Vittorino Colombo, ministro delle Poste e della Tv”40.
* * *
Nei primi anni Novanta, a distanza di un ventennio dagli scandali Segratesi che hanno accompagnato il sorgere di Milano 2, la berlusconiana Edilnord (ormai intestata al fratello Paolo, mentre Silvio è il nuovo presidente del Consiglio della “nuova” Repubblica italiana) riguadagna le cronache giudiziarie, nell’ambito dell’ inchiesta “Mani pulite”, per numerose altre vicende di speculazioni edilizie accompagnate da corruzioni e collusioni con esponenti politici speculazioni e corruzioni risalenti agli anni Ottanta del regime detto “Caf’ (CraxiAndreottiFininvest).
Una di esse in particolare ha avuto per scenario Pioltello, paese dell’hinterland milanese situato in prossimità di Milano 2 e a suo tempo coinvolto nella vicenda del “dirottamento” dei voli aerei.
“Michele Rossetti, già sindaco socialista di Pioltello, in carcere per corruzione [una tangente di 800 milioni pagata dalla Edilnord per ottenere l`edificabilitá di un terreno, N.d.A.], ha raccontato che nel febbraio 1988, dopo avere portato a Roma, nelle casse del PSI nazionale, 200 milioni ricevuti su ordine di Paolo Berlusconi, fece il viaggio di ritorno a bordo del Gulf Stream privato di Silvio Berlusconi, in compagnia dell’attuale presidente del Consiglio e di Fedele Gonfalonieri […]. E, una volta atterrati, Silvio Berlusconi ordinò che il sindaco di Pioltello venisse accompagnato da un’auto della Fininvest in municipio, dove era atteso per presiedere il Consiglio comunale: l’auto era quella di Carlo Bernasconi, amministratore delegato della Silvio Berlusconi Communications, anche lui a bordo del Gulf Stream. Né con Berlusconi senior né con Confalonieri il sindaco Rossetti parlò di tangenti. I rapporti in tema di quattrini ha spiegato di averli sempre tenuti con Sergio Roncucci, infaticabile elemosiniere della Fininvest. Fu Roncucci a chiedere al Cavaliere di riportare a Milano l’amico Rossetti dopo la sua “missione” in via del Corso. Messo a confronto nei giorni scorsi con l’ex sindaco che da circa un mese è detenuto in carcere Roncucci ha confermato. Non si sa, invece, se il factotum della Fininvest abbia confermato il resto del racconto dell’ex sindaco. Rossetti ha sostenuto che i soldi dell’Edilnord gli vennero versati su indicazione del senatore craxiano Antonio Natali, e che lo stesso Natali gli ordinò di passare la prima tranche al cassiere nazionale del partito, Vincenzo Balzamo, e la seconda tranche al segretario regionale Sergio Moroni”41
Intanto, a Segrate è scoppiata “Segratopoli”, con raffiche di arresti: “Gli scandali edilizi e le mazzette transitate sugli appalti e le concessioni edificatorie all’ombra del palazzo comunale di Segrate continuano a rivelarsi un vero e proprio pozzo di San Patrizio. E’ un’inchiesta senza fondo […]. Dopo la decapitazione del potente PSI del sindaco Renato Turri (fedelissimo di Bettino Craxi), che ha collezionato una decina di ordini di arresto scontando in carcere più di 180 giorni di detenzione preventiva, [altri assessori e funzionari del Comune di Segrate sono finiti in carcere] a conferma che il sistema delle mazzette era diffuso a 360 gradi all’interno del vecchio Consiglio comunale segratese […]. E un terremoto giudiziario che negli ultimi dodici mesi [199394, Nd,A] ha portato in carcere ben 32 persone tra politici e imprenditori”42.
Vent’anni dopo lo scandalo di Milano 2, riguadagnerà le cronache giornalistiche anche il vecchio complice segratese di Berlusconi, don Luigi Verzé.
Come registrano i quotidiani del giugno 1994, il maneggione don Verzé ha incaricato il faccendiere craxiano Sergio Cusani (condannato in primo grado a 8 anni per la vicenda della rnaxitangente Enimont) di interessarsi all’acquisto di un terreno in Palestina, sul monte degli Ulivi, per costruirvi una nuova “Clinica di Dio”. La stampa sottolinea con rilievo il “promettente” sodalizio tra il pretemanager democristiano e l’affarista craxiano, e nell’occasione don Verzé trova modo di esprimere la sua pubblica stima per il corrotto (e contumace) Bettino Craxi: “Quando ha governato, ha fatto progredire l’Italia… lo lo stimo. Comunque il cristiano non deve dimenticare che la misericordia viene prima della giustizia”.
La stampa informa anche che il sottosegretario Ombretta Fumagalli Cartilli, ex andreottiana e neoberlusconiana, ha assicurato al misericordioso don Verzé “sollecitudine in sede di governo” a sostegno delle nuove “iniziative” della Fondazione religiosa San Romanello del Monte Tabor tra le virtù dei neopresidente del Consiglio Berlusconi, infatti, oltre alla specchiata cristianità e fede nel Signore, c’è senz’altro anche l’imperitura gratitudine verso i compari.
°°° Berlusconi cercò di comprare Giovanni Ruggeri, tentando in tutti i modi di impedire la pubblicazione di questolibro; quindi lo minacciò, poi minacciò querele a nastro… Il libro uscì e vendette un mare di copie, anche se Mafiolo fece e fa di tutto per tenere nascoste queste